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La depressione nell'anziano
Questa forma di patologia rappreesenta un tema complesso che richiede una diagnosi accurata e differenziale, specialmente considerando la possibile sovrapposizione dei sintomi con i disturbi della sfera cognitiva. Ce ne parla in questo articolo la Dott.ssa Morena Danieli, Specialista in Neuropsicologia e riabilitazione neuropsicologica.
Segni e sintomi spesso fraintesi
Le persone anziane lamentano spesso sintomi depressivi e talvolta può accadere che questi siano confusi con segni di decadimento cognitivo. Per esempio, dimenticanze ripetute e difficoltà di concentrazione possono far pensare a problemi di memoria e a un calo della capacità di attenzione. Ma può accadere anche il contrario: un esordio di lieve decadimento cognitivo può essere accompagnato da un calo nel tono dell’umore. Per questo è molto importante che la presenza di questi sintomi venga affrontata innanzitutto con un consulto relativo allo stato generale di salute. È importante, per esempio, trattare i sintomi dolorosi legati alle malattie croniche, spesso presenti nelle persone anziane. Se sono i sintomi cognitivi e affettivi a prevalere, una diagnosi differenziale eseguita da un neuropsicologo è consigliabile, così come la ripetizione dei test a distanza di 6-8 mesi.
Fattori di rischio
Sicuramente i vissuti di perdita, i quali possono derivare sia dalla percezione di una maggiore fragilità personale e dalla diminuzione della prestanza fisica, l’essere più facilmente affaticabili, la maggiore necessità di tempi di recupero se – per esempio, si pratica un’attività sportiva. E naturalmente, e dolorosamente, le perdite possono riguardare spesso la malattia o la morte del proprio compagno o compagna di vita o la perdita degli amici.
Ma anche quando – fortunatamente, non si verificano eventi luttuosi, la persona anziana ha talvolta la percezione che la propria sfera di influenza sulla realtà circostante sia diminuita in modo drastico: per esempio, l’anziano può dover scoprire di essere dipendente da persone più giovani ed esperte per l’utilizzo di tecnologie e di servizi online, questo talvolta causa un senso di tristezza e spaesamento.
In cosa consiste la diagnosi differenziale
È importantissimo il colloquio clinico al quale deve essere dedicato tutto il tempo necessario. Nel colloquio possono essere coinvolti, se la persona lo accetta, anche i familiari, almeno per una parte della conversazione. Successivamente è necessario che lo psicologo scelga i test standardizzati necessari per valutare da un punto di vista neuropsicologico le prestazioni cognitive e il livello di depressione.
Strumenti diagnostici e test
Esistono diversi tipi di test: alcuni sono organizzati in ‘batterie’, altri sono scale di valutazione tese a verificare in modo quantitativo la gravità di un sintomo.
Normalmente è la sensibilità e l’esperienza dello psicologo a orientare nella scelta dei test standardizzati che possano essere di aiuto nella diagnosi differenziale e a guidare nell’interpretazione dei risultati e nella restituzione al paziente.